24 febbraio 2007

I bambini a teatro

"Per me questo spettacolo è stato bello, ed è stato un attimo di emozione.
Gli attori hanno recitato in dialetto e ho capito che il dialetto si usa anche nel teatro, e questo mi ha colpita."

Chiara Ciccarone

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Lo spettacolo per le scuole del 1° Circolo Didattico di Eboli è stato presentato dalla compagnia Teatro dei Dioscuri con la commedia A scaricabarile di Pasquale Petito

(Curiosità: tra gli attori, due colleghi docenti.)

POWERPOINT PER HAIKU e TANKA in 4^ C

Gli Alunni stanno imparando il programma multimediale per raccogliere gli haiku e i tanka da loro creati e farne una presentazione da mostrare ai genitori a fine anno.
Siamo ancora alle fasi iniziali dell' apprendimento, ma sono già state create le copertine con titoli e sottotitoli, seguendo il criterio cronologico e tematico di scrittura delle poesie nelle slides.
Le immagini che corredano i testi vengono preferibilmente cercate sul web ed usate come sfondo per le copertina principale e quelle tematiche, mentre altre immagini più piccole servono per accompagnare in modo significativo gli haiku e i tanka .
Il lavoro è seguito con molto impegno e interesse.
Durante le lezioni si prendono appunti sull' uso del software.
Unico punto negativo; poche le macchine funzionanti, per cui davanti ad ogni pc ci sono due o tre bambini.
Speriamo che si provveda al più presto a rendere idonei gli altri pc...

Continua la scrittura creativa del romanzo su Laika

Gli Alunni di 3^ C stanno lavorando al secondo brano. Dopo una prima fase di lavoro individuale a tema libero si passa alla lettura pubblica dei brani e all' individuazione degli spunti più significativi che potranno essere utilizzati durante la stesura definitiva, che è fatta collettivamente.
Gli spunti finora individuati sono i seguenti:
  1. Le maschere viventi (Alfredo Infante)
  2. Il mostro buono (Guglielmo Pinto)
  3. La vecchia biblioteca (incontro con personaggi storici) (Guido Cataldo)
  4. La macchina del tempo (Miriam Paoletta)
  5. Il leone buono (Giuseppe Glielmi)
  6. Il dottor Gelo (Giuseppe De Prisco)
  7. Il fiume (umanizzazione) (Riccardo Colella)
  8. La regina delle nevi (il male) (Serafina Siani)
  9. L' albero animato (Simone Cataldo)
  10. L' ape regina gigante (Rocco Viscolo)
  11. Polvere magica (Elisabetta Santoro)
  12. Il paese azzurro col castello (Anna Trovato)

Gli spunti sono parecchi... Potremmo scrivere un intero romanzo. Bene, vedremo cosa utilizzare per il secondo brano collettivo su Laika.

01 febbraio 2007

VISITA AL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI EBOLI E DELLA MEDIA VALLE DEL SELE












LE IMPRESSIONI DEI BAMBINI


Io al museo ho visto molte cose belle, per esempio dei pezzi di vasi rotti, armature che usavano gli uomini durante la guerra, armi, cioé frecce per difendersi dagli animali: abbiamo visto anche lo scheletro della principessa, però era di polistirolo.


Anna Trovato 3^ C


...poi c' erano dei vasi molto grandi dove gli antenati mettevano i corpi dei bambini morti e abbiamo visto anche la tomba ricostruita della principessa e i suoi oggetti. Abbiamo anche scoperto che gli Etruschi scrivevano al contrario, da destra a sinbistra, e che gli antichi atleti usavano lo strigile per togliersi la polvere dal corpo.


Guglielmo Pinto 3^ C


....Gli oggetti più antichi sono dei manici di circa 5.000 anni fa. La prima materia che l' uomo usò per costruire oggetti fu la ceramica, in seguito il rame e il bronzo. Le fibule erano gioielli preziosi che indossavano le ragazze, e quando morivano le mettevano nelle tombe. Le principesse vestite di bronzo erano ragazze molto ricche. Poi ho visto il fuso che si usava per filare il filo sottile. Al museo c' era anche una statuina che si chiama statua vittile. Nelle tombe delle donne si metteva l' hidria, un grosso vaso per l' acqua, mentre in quelle degli uomini si metteva il cratere che serviva per il vino. A quei tempi gli uomini erano molto bravi a dipingere oggetti.

Miriam Paoletta 3^ C


Notizie tratte dal sito http://www.archemail.it/2meboli.htm

Museo archeologico della Valle del Sele di Eboli
Il Museo Archeologico Nazionale della Media Valle del Sele copre un territorio ed un arco cronologico non indifferente. In quest'area, infatti, si attesta una sequenza ininterrotta di culture che va dal 3500 a.C. fino all'età imperiale romana. L'attuale percorso espositivo del neonato museo copre il periodo che va dalla preistoria al IV sec. a.C. mostrando prevalentemente corredi funerari provenienti da Eboli. L'allestimento nelle sale superiori proseguirà nel futuro con i periodi successivi, ma anche con le testimonianze di tutto il territorio della media Valle del Sele.
Sala 1 (piano terra): il Neolitico e l'Età del Bronzo
Il percorso museale si apre con i reperti più antichi rinvenuti ad Eboli e risalenti al Neolitico Superiore (3500-3000 a.C.) e Finale (3000-2500 a.C.): sono frammenti ceramici provenienti dall'area di San Cataldo e che vanno inquadrati nelle culture cosiddette di Serra d'Alto e di Diana Bellavista. Seguono reperti risalenti all'Eneolitico (III millennio a.C.) e provenienti da 4 tombe scavate in località Madonna della Catena, a est dell'abitato moderno: si tratta di tombe a "forno", tipiche della cultura cosiddetta del "Gaudo" (attestata anche nella località Gaudo di Paestum, dalla quale prende il nome, ed a Mirabella Eclano), con una sola cella preceduta da un vestibolo con copertura di pietre verticali. All'interno vi erano deposti più individui rannicchiati sul fianco sinistro. La mancanza di vasi tipici di questa cultura nelle tombe, ha fatto ipotizzare che esse appartengano alla fase più antica della stessa.A seguire sono esposti reperti dell'età del Bronzo. Dalle località Padula e Turmine, a nord dell'abitato lungo il torrente Elmice, provengono frammenti ceramici ascrivibili al Bronzo Medio e Recente (XIV-XIII sec. a.C.) e riferibili presumibilmente ad un abitato.Al Bronzo Finale (XII-XI sec. a.C.) sono databili, infine, i materiali ceramici provenienti dall'abitato ubicato sulla collina del Montedoro, dove la Missione Archeologica Francese ha rinvenuti i resti di alcune capanne. In questo luogo nel medesimo strato con vasi dell'età del Bronzo, è stato rinvenuto anche un frammento di vaso miceneo, importante testimonianza dei contatti col mondo ellenistico.
Sala 2 (piano terra): l'Età del Ferro
L'Età del Ferro è ben attestata ad Eboli con la cosiddetta cultura delle "Tombe a fossa" (prima metà dell'VIII sec. a.C.), ma non mancano esempi più sporadici della cultura "Villanoviana" a partire dal IX sec. e fino al VII sec. a.C. I corredi rinvenuti sono piuttosto ricchi ed attestano come il territorio di Eboli costituisse una sorta di cerniera fra le culture più conservatrici dell'alta Valle del Sele e le comunità greche sul litorale.Qui vengono mostrati alcuni corredi provenienti dalla necropoli in località San Cataldo: si tratta di tre tombe maschili (257, 264 e 318), caratterizzate da armi e da fibule in bronzo a forma di arco, e di due tombe femminili (242 e 290) con fibule ed ornamenti. Della tomba 290, contenente lo scheletro di una giovinetta, viene anche mostrata un'accurata ricostruzione sia della deposizione, sia dell'abito indossato dalla defunta e che, visto il peso complessivo, doveva essere stato indossato soltanto quale veste funebre. I tipi ceramici attestano contatti sia con il mondo lucano (ceramica "a tenda"), sia con il mondo greco (decorazioni medio-geometriche).
Sala 3 (primo piano): dal VII al VI sec. a.C.
Molto ricchi sono i corredi delle necropoli di questo periodo rinvenute alla base della collina del Montedoro lungo il corso del torrente Tiranna. Vengono esposti alcuni corredi pertinenti a sepolture di neonati, in genere collocati in grossi vasi contornati da anforette, piccoli vasi ed altri oggetti di ornamento.Seguono corredi recuperati nelle tombe a fossa di bambini composti da anforette, piccoli calici, fibule e collanine in pasta vitrea.Più innanzi sono esposti i corredi provenienti da tombe di giovani con ricco corredo: l'annerimento dei reperti testimonia l'usanza di bruciare il cadavere direttamente nel luogo di sepoltura. Tra i reperti ceramici esposti spiccano perlopiù vasi in bucchero di produzione campana. Degna di nota un'iscrizione in lingua etrusca incisa su un vaso della Tomba 31.
Sala 4 (primo piano): dal V al IV sec. a.C.
Meno numerose sono le sepolture di questo periodo che, oltre ad occupare la base della collina del Montedoro, si espandono anche in aree contigue. Nei corredi funerari spiccano ceramiche a figure rosse (degna di nota la coppa proveniente dalla Tomba 82) che si accompagnano a vasi e piatti da mensa e da vino in ceramica ed in bronzo. Molto diffuse nelle deposizioni maschili sono le armature che soltanto sporadicamente vengono indossate, mentre più spesso sono deposte dietro la testa del defunto a mo' di trofeo. Le tombe femminili sono invece identificate da gioielli in bronzo o in argento e da vasi particolari come l'hydria (contenitore per l'acqua) ed il lebete nuziale.